GIORNATA FORMATIVA – MARZO 2018

Incontro formativo volontari 2018

DOMENICA 18 MARZO 2018 – ore 14.15 ritrovo – ore 14.30 inizio –

                   presso sede AVULSS di Agrate, via Verdi 15

 il tema sarà: SERVIZIO : forza e responsabilità della restituzione

 

verrà introdotto dal ns. Responsabile Formazione, Dott. Gianpaolo Riva e sarà poi condotto dal Prof. De Clementi, che tanti di noi hanno già avuto modo di apprezzare. 

L’invito è rivolto a tutti i Volontari, sia del nucleo di Agrate che a quelli della Delegazione Zonale, ovvero Barlassina, Besana B. e Carate ma è esteso anche ai Volontari di tutte le Associazioni agratesi.

 

Il Vocabolario del Volontario: in questi anni abbiamo creato un “vocabolario” del volontariato, riflettendo cioè su parole e verbi che ci hanno aiutato a declinare cosa vuol dire essere volontari:

  • Aiuto, ascolto, associazione, benevolenza, capire, comunicare, conflitto, continuità, curare, dono, empatia, equipe, formazione fragilità, gratuità, handicap, incontrare, integrazione, intuire, limite, motivazione, neutralità, osservare, promuovere, qualità, relazione, responsabilità, rete, riservatezza,  servizio, scelta, solidarietà, sussidiarietà, territorio, terzo settore, umanità,  volontà,  z…, wellfare

In genere i  termini di gratuità e di  dono, sono indubbiamente i più ricorrenti, spesso associandoli e altrettanto spesso consapevoli nelle riflessioni che il dono non è mai puramente gratuito e, a ben vedere, il dono può  non essere sempre puro e disinteressato ma al contrario può avere valenze perverse.

 Così in alcune letture mi sono imbattuto nel termine di RESTITUZIONE e sul suo significato e ciò mi ha indotto a pensare se questo termine c’entrasse  o meno con il volontariato: mi è sembrato un tema e una sfida che valesse la pena proporre e su cui riflettere per aggiungere una “nuova parola” al ….”vocabolario del Volontario”.

Per questo vorrei offrirvi e  sollecitarvi alcune domande sulle quali vi invito a soffermarvi e scrivere qualche suggestione e riflessione vostra:

 

  1. Cosa intendiamo quando usiamo il termine DONO?

                Cosa  ci spinge a fare un dono?

                Donare ha un connotato etico?

                E’ obbligatorio Donare?

 

  1. Il termine RESTITUZIONE cosa evoca?

               RESTITUIRE ha un connotato etico?

                Il Volontario è uno che dona o uno che restituisce ?

 

IL DONO

Il termine “dono” è espressione complessa che si articola in un ampio spettro di significati: è qualcosa in concreto che si dà per pura liberalità, o di cui si  fruisce come frutto, oppure che  si offre,

Di certo Nessun dono “ è dovuto”, proprio perché dono

 Marcel Mauss, ( antropologo, sociologo e storico delle religioni francese vissuto a cavallo dell’800 e ‘900), nel suo  Saggio sul dono, si pone

  • una prima domanda: cosa spinge gli uomini a donare?
  • poi una seconda: cosa spinge chi riceve un dono a contraccambiare?

Abbiamo la libertà di ricambiare o meno, la libertà del tempo in cui ricambiare, la  libertà del modo in cui farlo. E la differenza sta anche nel rischio che si prende quando si dona: non c’è certezza alcuna di venire contraccambiati.
Il valore del dono sta nell’assenza di garanzie da parte del donatore. Un’assenza che perciò presuppone una grande fiducia negli altri: il dono diventa in questo caso promotore di relazioni. Ciò che spinge a donare è la volontà degli uomini di creare rapporti sociali, perché l’uomo, non si accontenta di vivere nella società e di replicarla come gli altri animali sociali, ma deve produrre la società per vivere.

Un accesso alla gratuità e al dono è una delle possibilità di favorire le relazioni rispetto all’individualismo e la reciprocità rispetto all’utilitarismo. L’uomo è soprattutto un essere relazionale e crea relazioni attraverso il dono.

Scrive, infatti, Mauss:

I doni non hanno lo stesso scopo del commercio e dello scambio nelle nostre società più elevate. Lo scopo è prima di tutto morale, l’oggetto è quello di produrre un sentimento di amicizia tra le due persone interessate e se l’operazione non ottenesse questo effetto tutto verrebbe meno.

I doni però non sono tutti uguali o hanno lo stesso valore personale e sociale!!! La forma più naturale del dono è quella del dono gratuito della propria disponibilità, in una forma più alta, nel dedicare parte del proprio tempo, cioè parte della propria “vita a rispondere alle necessità e ad alleviare la sofferenza degli altri: e in questo sta l’azione di volontariato: un dono offerto sotto forma di servizi. Dono è anche lo scambio di favori tra amici.

 

 Ci sono poi anche forme di dono spersonalizzato, come nel caso di donazioni in caso di catastrofi o per tentare di ripianare le disuguaglianze tra mondo ricco e mondo povero. In questo caso non abbiamo un dono al prossimo, al vicino, a qualcuno che conosciamo, ma diventa un dono finalizzato a lenire tutte le sofferenze in generale. Al singolo destinatario si sostituisce una categoria (poveri, affamati, affetti da determinate malattie, colpiti da catastrofi) più o meno vasta e quanto mai anonima. Questo tipo di dono diventa un atto che lega soggetti astratti: un donatore che ama l’umanità e un destinatario che incarna la miseria del mondo.

Non sempre però il dono crea relazioni buone:  esiste una serie di perversioni del dono, sia da parte di chi dona, ad esempio, il dono per perseguire un tornaconto, per esercitare pressione sul destinatario, il dono corruttore, arrogante e prevaricatore, così come anche da parte di chi riceve il dono, come l’accettazione indifferente o addirittura il rifiuto del dono
Concludo, sul dono,  proponendovi alcune riflessioni  di Enzo Bianchi :

“Donare significa, per definizione, consegnare un bene nelle mani di un altro senza ricevere in cambio alcunché […] Donare appare dunque un movimento asimmetrico che nasce da spontaneità e libertà. io credo che il donare sia possibile perché l’uomo ha dentro di sé la capacità di compiere questa azione senza calcoli: è capax boni, è capax amoris, sa eccedere nel dare più di quanto sia tenuto a dare. È questa la grandezza della dignità della persona umana: sa dare se stesso e lo sa fare nella libertà!”

Ma questo non rischia di far nascere la “presunzione “ del dono? Non rischia di metterci su di un piedistallo? In una posizione di “potere” sull’altro?  L’essenza della sua gratuità non rischia di farci sentire in credito , di rivendicare diritti, di renderci incontestabili e ingiudicabili, impermeabili alla critica? ( Dono, dunque Sono)

 

RESTITUZIONE

Questo termine indica  la riconsegna  alla persona interessata di quanto essa aveva dato; la r. può essere obbligatoria, pronta, spontanea; nell’ambito di una reciprocità e ‘contraccambio’: r. di un favore; r. del saluto, di una visita; conferimento inteso a sanare del tutto una menomazione. E questa definizione sembrerebbe farci pensare che con il Volontariato non c’entri per nulla!!  In ambito giuridico con restituzione o risarcimento in forma specifica si intende una tutela fornita, con la quale si ristabilisce uno status quo ante modificato illegittimamente.

 Myung-Whung-Chung, coreano del sud (1953 talento prodigioso direttore d’orchestra e ottimo pianista),  è ora anche  un “uomo buono” che si dedica all’aiuto delle persone che sono state nella vita meno fortunate di lui: in una recente intervista egli ha diviso la vita dell’uomo in tre fasi. (il Card. Martini nel suo libro Le età della vita citando un proverbio indiano parlava di cinque stadi della vita: quella in cui si impara, quella in cui si insegna e si servono gli altri, quella in cui si va nel bosco (lo stadio del silenzio, della riflessione, del ripensamento, a cui segue il quarto stadio, quello del mendicare (il sommo della vita ascetica) e per ultimo lo stadio della dipendenza. ):

*  la prima  è quella dell’apprendimento e della formazione, della istruzione e dell’imparare (quella della gioventù)

* la seconda (quella della maturità) è la fase della produzione e della realizzazione dei progetti, del fare e dell’arrivare da qualche parte

* La terza fase è quella della Restituzione. (“R”)

 

Molto semplicemente: quello che abbiamo ricevuto, elaborato, affinato, arricchito nel corso della nostra vita, lo dobbiamo restituire agli altri:

  • il mondo cambia solo se ognuno fa qualcosa nel proprio metro quadrato
  • la “R” è basata sulla consapevolezza che la mia cultura, le mie capacità, il mio tempo, i miei beni materiali se condivisi possono diventare opportunità per gli altri, motore del bene comune, fatti di speranza
  • Restituzione è:
    • o se ho del tempo e non lo spendo, lo spreco
    • o se ho un pensiero bello e non lo condivido, è perso per sempre
    • o se ho un bene, qualità, talenti e non li utilizzo, si deteriorano
  • la “R” è il segno concreto che la soluzione dei grandi problemi passa anche da me: solo con questa mentalità, dire e fare non rimangono distanti, ma camminano semplicemente insieme (Pensiamo per esempio anche alle tasse: è una forma di “R” morale, etica: chi ha di più restituisce a chi ha meno)
  • il mondo cambia solo se ognuno fa qualcosa nel proprio metro quadrato, restituendo quanto avuto

 

Il passaggio dal DONO  come libera scelta, alla…. RESTITUZIONE  come obbligo percepito